Preparare i giovani ad affrontare il proprio ruolo in azienda e nella società, secondo i valori e la cultura dimpresa più moderni e attuali. Questo è limpegno del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro
Improntare le nuove generazioni verso un futuro imprenditoriale consapevole e competitivo è una delle missioni del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro. Tra innovazione tecnologica, formazione e nuove sfide, il vicepresidente con delega al territorio di Ferrara, Simone Checcoli, ci racconta limpegno dellassociazione per avvicinare le Pmi alle opportunità offerte dallintelligenza artificiale e dalla trasformazione digitale.
Perché ritiene importante essere parte attiva di questa associazione?
«Confindustria è una associazione organizzata e autorevole, nella quale ricopro un ruolo attivo dal 2020 e, dal 2023, faccio parte del direttivo con un focus particolare sulle nuove tecnologie. Lambiente industriale che rappresenta è una realtà in cui le mie competenze tecniche specifiche possono portare valore aggiunto.
Inoltre, ritengo che in un territorio in cui leconomia si fonda prevalentemente sulle Pmi, la divulgazione sia indispensabile, per avvicinare anche questi imprenditori ad argomenti che per ora sono recepiti principalmente dalla grande impresa. Il potenziale delle nuove tecnologie, e in particolar modo lintelligenza artificiale, non sono ancora sufficientemente capite e di conseguenza adottate».
Quali sono gli strumenti che Confindustria Emilia Area Centro mette in campo per perseguire questi obiettivi?

«Confindustria Emilia Area Centro è molto attiva in questo settore, e promuove linnovazione sia con la divulgazione sia con progetti concreti, come per esempio il TACC Training for Automotive Companies Creation, un progetto dellUniversità di Modena e di Reggio Emilia di cui è partner istituzionale. TACC propone un percorso di formazione accademica allimprenditorialità, che parte dalla mobilità sostenibile per estendersi poi ad altre industrie transportation (come navale o aeronautica) fino ad arrivare a tutto lindotto della subfornitura meccanica e digitale.
In qualità di mentor, affianchiamo gli studenti assieme ai mentor universitari. Confindustria mette a disposizione lexpertise degli associati già durante il corso di laurea, nel momento della formazione dellidea imprenditoriale. Le nostre competenze portano valore aggiunto in materia di business plan, di normative e di processi, con particolare attenzione alladozione dellintelligenza artificiale, oltre a una competenza tecnica specifica, settore in cui mi sento particolarmente a mio agio per il mio ruolo di imprenditore in Neurally e DotEnv».
Ladozione dellintelligenza artificiale porta con sé temi molto complessi, come per esempio quello etico. A che punto siamo in Italia?
«LAI Act, il regolamento dellUnione Europea che uniforma le norme sullo sviluppo dellintelligenza artificiale, è stato approvato nel 2024 e seguirà un periodo di implementazione graduale. Come imprenditore posso affermare che cè ancora scarsa informazione su questo tema, anche se in Italia siamo molto più attenti rispetto ad altri paesi dellUnione Europea. È necessaria una maggiore comprensione per favorire luso consapevole: se da un lato una migliore conoscenza potrebbe dissipare la paura di alcuni, dallaltro migliorerebbe la comprensione dei limiti oltre i quali non ci si può spingere, per evitare che un fine lecito sia perseguito con strumenti non in linea con la legislazione.
In Confindustria cè consapevolezza dellimportanza di questi temi, che già sono stati inclusi nelle agende di vari incontri, sia presso la nostra sede sia in aziende associate. Ciò che si sta evidenziando a tutti i livelli è la burocratizzazione dellEuropa. Mentre Stati Uniti e Cina investono, innovano e incentivano, lUE si limita alla regolamentazione, rallentando il processo di avanzamento. Occorre, pertanto, invertire questo trend, trovando un compromesso tra regolamenti e sviluppo.
Per colmare il divario tra le grandi aziende e le Pmi sulladozione dellIA (61 per cento delle grandi imprese ha avviato almeno una sperimentazione in ambito IA contro il 18 per cento delle Pmi) e promuovere linnovazione. Confindustria, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, tra le varie iniziative, promuove gli Innovation Days un appuntamento che offre alle imprese italiane lopportunità di scoprire soluzioni concrete, stringere nuove partnership, mantenendo sempre un focus sulletica nelladozione delle nuove tecnologie».
Nel nostro territorio, la IA è integrata in maniera uniforme nelle imprese del territorio?
«Sulla base della mia esperienza diretta come imprenditore, posso affermare che la maggior parte della domanda proviene dalla grande impresa, dove oltre alle maggiori capacità di investimento si trovano professionalità specifiche in grado di comprendere la potenzialità dello strumento.
Le Pmi sono invece abbastanza in ritardo, e credo sia principalmente una questione di tempo: così come lintegrazione dei robot nei processi manifatturieri è stata recepita in passato con tempi differenti dalle aziende, per molti imprenditori è necessario elaborare il potenziale della IA. Nel prossimo futuro saranno determinanti vari fattori, tra cui le misure che adotterà lUnione Europea per favorire gli investimenti e la capacità delle aziende che propongono soluzioni di IA di divulgare in maniera accessibile le implementazioni possibili».
Ci sono percorsi di avvicinamento alla IA?
«Laddove limpresa non ha al suo interno una professionalità specifica, il ruolo delle aziende che propongono nuove tecnologie è molto importante: occorre accompagnare il cliente in un percorso di adozione, spesso una co-progettazione per definire le strategie necessarie per realizzare e rendere concreta lidea. Scegliere quindi la soluzione più corretta esplorando le possibili strumentazioni, come per esempio IA predittiva, Computer Vision, IA generativa, superare la resistenza a sostituire il processo fino a lì adottato e, infine, convincere il cliente ad abbracciare linnovazione senza il timore che si possa sostituire alluomo. Personalmente credo che questa eventualità sia abbastanza remota; ciò che cambierà sarà il modo in cui luomo si rapporterà con la macchina».
Quali sono gli accorgimenti che una Pmi deve adottare nellintegrare la IA in azienda?
«Il percorso più semplice è quello di rivolgersi a prodotti commerciali come Open AI, Gemini o simili, ma avendo ben presente che affidandosi a piattaforme extra europee non si può essere certi della neutralità della IA, che invece è un prerequisito imprescindibile. Inoltre, se si opta per ladozione di soluzioni provenienti da piattaforme disponibili per tutti, come per esempio ChatGPT, è bene verificare con attenzione i termini e condizioni delluso e filtrando sempre il risultato con la sensibilità che solo un umano può avere.
Fortunatamente lUnione Europea ha annunciato notevoli investimenti nel breve periodo, per colmare il divario con le tecnologie offerte da USA e Cina. In Emilia-Romagna, abbiamo una concentrazione rilevante dellespressione europea di queste competenze: il Cineca e i Tecnopoli sono eccellenze mondiali. In uno scenario che si evolve così rapidamente, limprenditore che vuole integrare nuove soluzioni deve farsi affiancare da esperti del settore per valutare laffidabilità delle piattaforme e la neutralità degli strumenti stessi».
Quella che si può definire ignoranza artificiale è un ostacolo che deve essere superato, favorendo la maturazione imprenditoriale nelle imprese esistenti e supportando la nascita delle nuove affinché linnovazione tecnologica sia parte integrante dei progetti fin dalla nascita. Questa attitudine sarà indispensabile per sostenere leccellenza del made in Emilia-Romagna, un territorio che esprime eccellenza in svariati settori economici.