Unioncamere Emilia-Romagna: Gli effetti della guerra stanno avvicinando la nostra economia alla crescita zero. Siamo chiamati a gestire lemergenza con azioni di carattere straordinario di contrasto allaumento dei prezzi e, allo stesso tempo, dobbiamo continuare a investire per cogliere le opportunità offerte da uno scenario in perenne riconfigurazione.
Intesa Sanpaolo: In atto una rapida ripresa dei prestiti bancari alle imprese, trainata dai finanziamenti allindustria e legata soprattutto ai fabbisogni di capitale circolante a fronte dellaumento dei costi di energia e materie prime. Rallenta la crescita dei depositi delle aziende.
Confindustria Emilia-Romagna: Confermati i segnali di rallentamento, il clima di fiducia delle imprese è peggiorato. Lenergia è la priorità delle priorità. Accelerare a livello regionale la normativa sulle fonti rinnovabili e gli strumenti per gli investimenti nellefficienza energetica. Dal Governo ci attendiamo unazione determinata che garantisca stabilità al Paese
Bologna, 13 ottobre 2022 – Crisi energetica, effetti della guerra portata dalla Russia in Ucraina, inflazione: sono tanti e diversi gli attuali fattori di rischio per leconomia regionale.
Numerosi ostacoli si moltiplicano così sulla via della ripresa che si era avviata alluscita dalla pandemia, come confermano i dati dellindagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2022 sullindustria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dellindustria in senso stretto dellEmilia-Romagna nel periodo considerato ha messo a segno un ulteriore recupero (+8,2 per cento), rispetto allo stesso periodo del 2021. La produzione ha superato (+3,8 per cento) il livello dello stesso trimestre del 2018, lultimo anno di crescita dellattività prima della recessione nel 2019 e della pandemia.
La pressione allaumento dei prezzi industriali derivante dallincremento delle quotazioni delle materie prime dellenergia e di semilavorati e componenti ha sostenuto la crescita del fatturato (+10,6 per cento) e ha superato quello dello stesso trimestre del 2018 dell8,6 per cento. Il fatturato estero ha avuto un andamento analogo (+10,4 per cento). Il processo di acquisizione degli ordini ha frenato, ma ha mantenuto una solida tendenza positiva (+7,6 per cento), con dinamica leggermente inferiore sui mercati esteri (+7,2 per cento).
Il grado di utilizzo degli impianti è salito lievemente, fino al 79,9 per cento (ben superiore al 62,5 per cento dello stesso trimestre 2021), il valore più elevato dalla fine del 2014. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini si è ridotto pur restando oltre le 13 settimane, un valore mai più registrato dalla fine del 2008.
Il recupero dellattività produttiva è stato comune a tutti i settori industriali, ma varia sensibilmente in intensità. In particolare, il rimbalzo è più contenuto per lindustria alimentare riguardo a fatturato (+5,9 per cento), produzione (+3,9 per cento), ma ha permesso di superare (+7,0 per cento) il livello dello stesso trimestre del 2018.
La ripresa congiunturale dellattività delle industrie del sistema moda è proseguita con un ritmo notevole: la crescita del fatturato complessivo si è mantenuta elevata (+13,4 per cento), sostenuta dal mercato interno più che dagli ordini esteri (+7,7 per cento). La produzione è salita (+11,1 per cento), come gli ordini complessivi (+8,3 per cento).
Laggregato industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, vive un momento favorevole per fatturato (+ 12,0 per cento), produzione (+10,1 per cento), ordini (+8,9 per cento). La piccola industria del legno e del mobile ha messo a segno un consistente recupero: fatturato (+14,3 per cento), produzione (+8,6,4 per cento), ordini (+8,2 per cento). Per lindustria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, un buon incremento di fatturato (+10,1 per cento) e produzione (+8,0 per cento), in lieve rallentamento gli ordini (+7,3 per cento). Il gruppo eterogeneo delle altre industrie (chimica, farmaceutica, plastica e gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) porta un segno più per fatturato (+9,7 per cento), produzione (+6,4 per cento) e ordini (+7,6 per cento).
Nel secondo trimestre 2022 si è decisamente rafforzata la tendenza positiva per tutte le classi dimensionali delle imprese, ma lintensità non è stata omogenea.
In particolare, per le imprese minori, la produzione ha accelerato (+6,3 per cento), come il fatturato (+6,6 per cento) e ordini (+6,4 per cento). Stesso ritmo per le piccole imprese: produzione (+6,5 per cento), fatturato (+9,4 per cento), e ordini (+5,4 per cento). Per le medio-grandi meglio il fatturato (+12,8 per cento) e lattività produttiva (+10,1 per cento) degli ordini (+9,5 per cento).
Sulla base dei dati del Registro delle imprese, quelle attive dellindustria in senso stretto a fine giugno risultavano 43.332 (pari al 10,8 per cento del totale), con una diminuzione di 357 imprese (-0,8 per cento) rispetto allanno precedente.
Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate le società di capitale (+1,9 per cento, +336 unità). In calo le società di persone (-397 unità, -4,8 per cento) e le ditte individuali (-296 unità, -1,7 per cento).
Negli ultimi 20 anni le esportazioni dellEmilia-Romagna sono aumentate dell84 per cento, prima regione nel Paese. Lincidenza dellexport sul PIL regionale sfiora il 44 per cento contro il 28 per cento dellItalia.
In base ai dati Istat relativi al commercio estero regionale, nel primo semestre 2022 le esportazioni di prodotti dellindustria manifatturiera sono risultate pari a quasi 41.293 milioni di euro e hanno fatto segnare una crescita del 19,9 per cento.
LEuropa è il mercato fondamentale per lexport regionale (64,9 per cento) e ne detta la tendenza. Nel semestre le vendite sui mercati europei hanno avuto un notevole incremento (+19,5 per cento). Il risultato è stato determinato, in particolare, dallandamento delle esportazioni verso la sola Unione europea a 27 che hanno avuto una ripresa più sostenuta (+21,8 per cento). I soli mercati dellarea delleuro hanno assorbito il 41,6 per cento dellexport, con una tendenza positiva lievemente più contenuta (+18,9 per cento). Nei due mercati più importanti di questarea landamento positivo è risultato di nuovo più contenuto sia in Germania (+12,5 per cento), sia in Francia (+16,3 per cento), mentre è decisamente brillante landamento in Spagna (+29,3 per cento). Al di fuori dellarea delleuro, è risultata particolarmente rapida la crescita delle vendite sul mercato polacco (+31,0 per cento).
Uscendo dallUe, contenuta la ripresa dellexport verso il Regno Unito (+16,9 per cento) e allineata con la media sui mercati turco (+18,4 per cento) e svizzero (+19,0 per cento), la crescita di questultimo da sola ha compensato pienamente la caduta delle vendite destinate alla Russia (-18,2 per cento), a seguito delle sanzioni.
Fortissima la crescita delle vendite sui mercati americani (+39,8 per cento), trascinata da quello statunitense (+47,4 per cento), sostenuto da risultati settoriali (farmaceutico) e dalle quotazioni del dollaro. Al contrario, sul complesso dei mercati asiatici si è registrata una crescita contenuta (+6,0 per cento): da un lato, bene le vendite in Medio Oriente (+22,6 per cento) e Asia centrale (+29,7 per cento), dallaltro, lAsia orientale ha invertito la tendenza (-1,2 per cento), risentendo dei blocchi dellattività in Cina a causa delle politiche zero Covid (-1,4 per cento) e della flessione verso il Giappone (-22,6 per cento), per la perdita di valore dello yen. Modesta la crescita nei mercati dellAfrica (+6,2 per cento), mentre buono è stato il risultato verso lOceania (+19,1 per cento).
«Stiamo attraversando una fase che vede contrapporsi due dinamiche afferma il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi . Da un lato, leconomia reale prosegue la sua crescita grazie allandamento positivo del commercio con lestero e degli investimenti. Dallaltro, la guerra in Ucraina con il suo carico di criticità, dalla scarsa disponibilità dell’energia all’aumento fuori controllo dei prezzi. L’effetto congiunto delle due dinamiche preannuncia un’economia prossima all’arresto. Siamo quindi chiamati sostiene Zambianchi a gestire lemergenza con azioni di carattere straordinario di contrasto allaumento dei prezzi. Tuttavia, provando a guardare oltre, a opportunità future, credo che il commercio con lestero sarà ancora una volta il fattore più importante nel determinare la competitività di territori e settori in un contesto che si sta rapidamente trasformando. Le imprese vanno supportate nellorientarsi in questo scenario di profonda riconfigurazione, pianificando le strategie per consolidare la presenza sui mercati internazionali. Competenze, innovazione, reti, formazione, welfare, sono gli asset sui quali dobbiamo continuare a investire per assicurare un ecosistema favorevole alle imprese».
In Emilia-Romagna, secondo lanalisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nei mesi estivi si è registrata una rapida ripresa dei prestiti bancari alle imprese, che a luglio hanno segnato un tasso di crescita del 3% a/a, dal -0,8% del primo quadrimestre 2022. Landamento è in linea con quello osservato a livello nazionale (+3,2%).
La svolta è determinata dal maggiore fabbisogno di capitale circolante da parte delle imprese in relazione alla crisi energetica e al forte aumento dei costi operativi. Laccelerazione in atto è trainata dai prestiti allindustria, il cui tasso di variazione è salito lungo tutta la prima metà del 2022 passando dal +0,5% di fine 2021 al +7,3% di luglio, una dinamica superiore al 5% osservato a livello nazionale. A luglio anche i prestiti ai servizi sono tornati in crescita, dell1,1% rispetto a dodici mesi prima, invertendo una fase di calo durata 10 mesi. In regione i prestiti ai servizi confermano quindi un ciclo in ritardo di qualche mese rispetto ai finanziamenti allindustria e una dinamica più debole della media nazionale (+2,8% a/a a luglio). Allopposto, i prestiti alle costruzioni sono rimasti in calo, pur mostrando una risalita del tasso di variazione al -2,5% di luglio da un minimo di -8,6% registrato a ottobre 2021, ma confermando una maggiore debolezza rispetto al -0,6% osservato a livello Italia.
I dati dei prestiti per dimensione dimpresa indicano che la svolta registrata nei mesi centrali del 2022 è concentrata nei finanziamenti alle aziende più grandi. Infatti, le imprese con almeno 20 addetti a luglio hanno registrato un aumento dei prestiti del 4,1%, in linea col dato nazionale del 4,2%. Diversamente, i prestiti alle piccole imprese hanno confermato un trend in calo (-2,5% in Emilia-Romagna, una variazione prossima al -1,8% della media nazionale).
La ripresa dei prestiti, come già accennato, è principalmente legata a fabbisogni finanziari eccezionali per far pronte allapprovvigionamento dellenergia e allaumento del suo costo e si verifica in presenza di condizioni di liquidità delle imprese ancora complessivamente buone. In questo contesto, nellanno in corso si sta assistendo a un rallentamento della dinamica dei depositi delle imprese, dopo i tassi di crescita a due cifre registrati nel 2020-21. In Emilia-Romagna la decelerazione appare particolarmente accentuata, sebbene ancora su tassi di variazione positivi, del 2,1% a luglio rispetto a dodici mesi prima, ma inferiori a quelli riscontrati a livello di sistema nazionale (+6,1% a luglio). In termini di flussi, dopo il notevole accumulo di liquidità nel 2020-21, per complessivi 16,7 miliardi, in Emilia-Romagna tra fine 2021 e luglio 2022 si è assistito a un deflusso dai depositi delle imprese. Sebbene di importo contenuto a -250 milioni, il saldo netto negativo è indicativo di un utilizzo di risorse depositate sui conti bancari. Simile evoluzione si è osservata a livello Italia, dove però tra fine 2021 e luglio 2022 si è registrato ancora un afflusso netto sui depositi bancari delle imprese, ancorché ridimensionato rispetto allo stesso periodo del 2021.
«LEmilia-Romagna è una regione estremamente dinamica che sa reagire ai contesti di difficoltà, ma in questo momento le imprese si trovano a dover fronteggiare costi e incertezze inattese, che in taluni casi ne mettono a rischio la produzione, innescate dai rincari energetici. Come prima banca italiana riteniamo doveroso sostenere con misure anche straordinarie le esigenze di liquidità delle nostre aziende per fronteggiare limprovvisa compressione dei margini operativi e, al contempo, continuare a stimolare nuovi investimenti. Investimenti strategici, verso cui le imprese dellEmilia-Romagna hanno dimostrato grande attenzione, che vanno in particolare verso linnovazione, la digitalizzazione, lo sviluppo sostenibile spiega Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo . Il Gruppo ha messo in campo 12 miliardi di euro per permettere alle aziende italiane di affrontare i maggiori costi dellenergia e favorire investimenti in energie rinnovabili per accelerare lormai indispensabile indipendenza energetica e diversificazione delle fonti, anche grazie allintervento di Sace. Questanno rimarca la Florio per sostenere le imprese italiane ad affrontare la crisi energetica e il contesto determinato dalla guerra allUcraina, Intesa Sanpaolo ha già stanziato oltre 20 miliardi di plafond a favore delle imprese, più altri 8 miliardi per le famiglie. Il che porta a 30 miliardi complessivi il pacchetto di aiuti per leconomia reale stanziato dal Gruppo».
«I segnali di rallentamento delleconomia regionale dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi sono confermati dalle previsioni delle imprese da qui a fine anno. Lindustria dellEmilia-Romagna ha sempre dimostrato grande capacità di tenuta, ma ora il clima di fiducia è molto peggiorato a causa di variabili che hanno un effetto depressivo sulla crescita: dai costi impazziti dellenergia al rialzo generale dei prezzi a livello mondiale, dalle tensioni internazionali dovute alla guerra allaumento dei tassi di interesse. Il quadro economico è così difficile che il Centro Studi Confindustria ha previsto per il 2023 una crescita zero del PIL. Dal nuovo Governo ci aspettiamo unazione determinata, seria e competente che garantisca stabilità al Paese Ai Parlamentari emiliano-romagnoli, a cui auguriamo buon lavoro, chiediamo che prendano a cuore i temi prioritari per la nostra regione: industria, occupazione, lavoro».
Le previsioni dellindagine semestrale, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con le Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenziano un forte raffreddamento del clima di fiducia delle imprese.
Solo il 32% degli imprenditori prevede un aumento della produzione nella seconda metà dellanno, con un saldo ottimisti-pessimisti molto ridimensionato rispetto agli inizi dellanno: 13 punti rispetto a 34. Il 49% si aspetta un andamento stazionario. Anche peggiori le aspettative sulla domanda totale, attesa in crescita dal 29% degli intervistati, e in particolare sugli ordini provenienti dallestero: solo il 22% prevede un aumento della domanda estera. Tengono le previsioni sulloccupazione: il 23% degli imprenditori prevede una crescita, con un saldo ottimisti/pessimisti positivo di 15 punti.
Maggiore pessimismo tra le piccole e medie imprese, in particolare per la domanda totale ed estera. Rispetto ai settori merceologici sono positive le previsioni sullandamento della produzione nei settori chimica/farmaceutica, tessile/abbigliamento e, in misure minore, metallurgia e meccanica. Molto più pessimistiche le attese nei settori gomma/plastica, ceramica ed elettronica.
«Il tema dellenergia sottolinea la Presidente Sassi è la priorità delle priorità: ogni giorno che passa, ogni nuova bolletta che arriva mina la sostenibilità economica del nostro sistema industriale. LUnione europea continua a rimandare: lultima possibilità per intervenire efficacemente, quasi a tempo scaduto, è il Consiglio europeo del 20-21 ottobre. A livello regionale il tavolo sulla crisi energetica è un segnale importante da parte della Regione. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere una forte accelerazione sulla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, usando tutte le fonti per sostenere non solo lautoproduzione ma anche la produzione da immettere in rete. È urgente un riordino di tutta la normativa regionale, così da offrire un quadro certo per chi intende investire nella produzione di rinnovabili, come anche sono fondamentali gli strumenti di supporto agli investimenti delle PMI per lefficienza energetica».
Lindagine di Confindustria Emilia-Romagna ha coinvolto un campione di 337 imprese associate appartenenti ai settore manifatturiero e servizi, per un totale di 39.372 addetti e un fatturato complessivo di circa 13,1 miliardi di euro di cui 6,3 provenienti dallestero.