Convegno a Carpi sulleconomia urbana. Il commercio di vicinato è un presidio sociale e di sicurezza fondamentale per il benessere delle comunità
Il commercio di vicinato sta affrontando importanti sfide, a partire dalla crescente incidenza delle-commerce. È minacciata non solo la sopravvivenze delle piccole imprese, ma la desertificazione commerciale conseguente ha anche un impatto significativo sulla sicurezza e sulla qualità della vita delle nostre città. Come invertire la tendenza e cogliere le opportunità di rilancio del commercio di vicinato?
Come la recente Legge regionale 12 può rappresentare un valido supporto per leconomia urbana? Di questo si è parlato durante il Convegno, dove Confesercenti ha avanzato anche richieste concrete alle Istituzioni per per sostenere e valorizzare il commercio di vicinato
Coordinato dal Direttore Confesercenti Area Terre dArgine, Massimiliano Siligardi e introdotto dallintervento di apertura del Presidente Confesercenti Area Terre dArgine Wainer Pacchioni, il convegno ha visto la partecipazione del Direttore Regionale di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, dell’Architetta Elena Franco, esperta di politiche attive per l’economia urbana, e dell’Assessora Paola Poletti dell’Amministrazione comunale di Carpi.
Viviamo in tempi di grande trasformazione economica, sociale e tecnologica. Il commercio di vicinato, uno dei pilastri storici del nostro territorio, si trova ad affrontare sfide senza precedenti. Da un lato, la pandemia ha accelerato cambiamenti strutturali nel modo in cui i consumatori interagiscono con il commercio, spingendo verso il digitale e le-commerce.
Dallaltro, però, questa evoluzione può aprire a nuove opportunità. Il commercio di vicinato non è solo unattività economica, ma è un presidio sociale, culturale, un simbolo di identità locale. È altresì un presidio in termini di sicurezza: un luogo buio, abbandonato, senza vetrine è un luogo insicuro per chi ci vive, lavora e lo frequenta afferma Wainer Pacchioni, Presidente Confesercenti Terre dArgine.
“In questi anni, nel nostro Paese, continua Marco Pasi, Direttore Confesercenti Emilia Romagna – abbiamo assistito a una lenta desertificazione commerciale dei centri urbani. Inizialmente a causa di un incremento sproporzionato delle grandi strutture di vendita al di fuori delle città e, successivamente, al diffondersi del commercio elettronico: in Italia nel solo 2023 sono stati consegnati 906 milioni di pacchi, pari a 15 per abitante.
Questo ha impoverito i territori e diminuito lofferta di beni e servizi di base, essenziali per la qualità della vita. Negozi di generi alimentari, librerie, di articoli di abbigliamento, rivendite di giornali sono le attività maggiormente colpite da questo fenomeno. In particolare piccole imprese: ben 23.000 negozi di vicinato hanno chiuso negli ultimi dieci anni, 1 attività su 10 “.
“Per contrastare questa deriva, le prime urgenti misure che Confesercenti propone alle Istituzioni, a tutti i livelli, sono un regime fiscale e burocratico di vantaggio per le imprese di prossimità che aprono nei centri urbani minori e nelle aree interne, un fondo per la rigenerazione urbana e la valorizzazione commerciale delle aree e unimposta addizionale web sulle transazioni delle piattaforme internazionali” aggiunge Pasi.
“È necessaria una grande collaborazione tra il pubblico, lamministrazione comunale, le associazioni di categoria, il privato e gli imprenditori perché effettivamente il lavoro da fare su gli hub di prossimità è tanto e va portato avanti tutti insieme.
Questo al fine di trovare delle soluzioni che possano andare a intervenire sia sulla città pubblica, quindi sul miglioramento dellattrattività, dellaccessibilità e della qualità dello spazio urbano, ma anche sulla città privata, dove si dovranno trovare le migliori soluzioni per far lavorare ancora meglio le imprese che sono già insediate, e trovare anche le modalità per attirare nuovi imprenditori che possano andare, in integrazione con lesistente, a offrire sempre più motivi per venire in centro ma anche servizi di qualità per i residenti.
Quindi si deve attrarre da fuori ma servire sempre meglio anche il bacino locale. Questo si potrà fare con il percorso che la Regione ha iniziato con lapprovazione della legge 12 e con tutti gli strumenti che man mano saranno messi a disposizione dellamministrazioni comunali e delle associazioni di categoria afferma Elena Franco, Architetta ed esperta di politiche attive per il commercio.
Oggi più che mai, è necessario comprendere come possiamo supportare i nostri negozi, le nostre botteghe, affinché possano cogliere le nuove opportunità, mantenendo però viva lanima e lessenza delle nostre comunità. Il nostro obiettivo deve essere quello di favorire unevoluzione armonica tra tradizione e innovazione, affinché il commercio di vicinato non solo sopravviva, ma torni ad essere il cuore pulsante delle nostre città conclude Pacchioni.