Enrico Sangiorgi, presidente di Romagna Tech, racconta come la società consortile supporta imprese e start up nellevoluzione verso lIndustria 5.0
Romagna Tech è un punto di riferimento per linnovazione in Emilia- Romagna, con un ruolo chiave nel trasferimento tecnologico, nella ricerca applicata e nel supporto alle imprese e start up.
Il presidente Enrico Sangiorgi spiega come la società consortile favorisca la trasformazione digitale e sostenibile del territorio, affrontando le sfide dellIndustria 5.0 e creando connessioni tra aziende, università e istituzioni.
Qual è il ruolo di Romagna Tech nel promuovere linnovazione sul territorio?
«Romagna Tech è un rilevante catalizzatore per linnovazione del territorio in cui opera, prevalentemente romagnolo. Supporta le imprese in ambiti come la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico e laccesso ai finanziamenti su settori strategici riconducibili al modello Industria 5.0, che mette in sinergia i principi della sostenibilità e le innovazioni digitali come IoT, big data e intelligenza artificiale.
Vanta inoltre unesperienza ventennale nel supporto allimprenditoria innovativa, attraverso la gestione di spazi di coworking e incubatori e lerogazione di servizi specialistici. Attualmente Romagna Tech gestisce tre spazi: lincubatore Torricelli a Faenza, U-Start Bassa Romagna e il laboratorio aperto Casa Bufalini, promossi rispettivamente da Comune di Faenza, Unione dei Comuni della Bassa Romagna e Comune di Cesena.
Lecosistema creato da Romagna Tech promuove lintegrazione tra industria, università e ricerca, cercando di mettere aziende e start up in grado di rispondere alle sfide del futuro con soluzioni innovative, sostenibili e personalizzate».
Quali sono i principali settori in cui state supportando le aziende e le start up in questo momento? E in che modo le supportate?
«Romagna Tech è impegnata in vari settori chiave in cui si stanno concentrando interesse e impegno da parte del tessuto economico locale: tecnologie digitali come Industrial IoT, intelligenza artificiale e machine learning, piattaforme per la gestione dati, big data e blockchain.
Sui temi dellIndustria 5.0, stiamo sviluppando servizi per la progettazione e prototipazione rapida seguendo un approccio di design circolare, reingegnerizzazione di dispositivi e macchine in ottica dei nuovi paradigmi, come ad esempio processi di produzione con tecniche di additive manufacturing, uso di materiali innovativi e riduzione dellimpatto energetico.
Il nostro metodo parte sempre da unanalisi approfondita delle esigenze delle imprese, per poi individuare un percorso di sviluppo condiviso. Si tratta quindi di unattività estremamente personalizzata: ogni progetto è unico e specifico per il singolo cliente.
Anche per le start up, accanto allofferta di spazi attrezzati, definiamo dei pacchetti personalizzati di servizi a supporto, che possono riguardare la definizione del modello di business, la consulenza strategica per il fundraising, il networking con investitori e imprese, seguendo un approccio di open innovation».
Quali sono i punti di forza e le criticità dellecosistema innovativo in Emilia-Romagna rispetto ad altre regioni italiane?
«Lecosistema dellinnovazione in Emilia- Romagna, tra i più competitivi e solidi in Europa, è il risultato di una strategia partita oltre venti anni fa e fortemente sostenuta dallamministrazione regionale.
Questo è stato possibile grazie anche alle caratteristiche del tessuto regionale: lEmilia- Romagna vanta una lunga storia di eccellenza in ambito industriale, caratterizzata da una forte propensione delle imprese a investire in soluzioni tecnologiche avanzate.
Accanto alla tradizione, la regione ha saputo investire in settori emergenti e abilitanti (aerospace, high-performance computing, ad esempio), che avranno ricadute positive su diversi dominii. Sarà fondamentale riuscire a concretizzare, sulle diverse aree territoriali e imprese, anche quelle meno sensibili allinnovazione, le applicazioni di queste tecnologie, cosa che richiederà un grosso sforzo di adattamento culturale e aggiornamento tecnologico.
In quanto alle criticità, lEmilia-Romagna, dentro al contesto europeo, sconta delle debolezze rispetto agli altri player internazionali. Settori strategici, come quello dellintelligenza artificiale, caratterizzato da una value chain molto profonda, dai semiconduttori, al design dei super-chip, al software applicativo, rischiano di essere appannaggio di altri ecosistemi e in particolare di quello asiatico-statunitense.
Sono presenti lodevoli iniziative europee e nazionali (ad esempio, lEuropean Chips Act e il nuovo centro di ricerca nazionale Fondazione Chips-IT) che comunque rischiano di essere fuori scala rispetto alle ingenti risorse mobilitate in Asia e negli USA».
Quali consigli darebbe a un giovane imprenditore che vuole avviare una start up nel nostro territorio?
«Gli direi di rivolgersi a Romagna Tech! Battute a parte, penso che avviare una start up in Emilia-Romagna sia unopportunità eccellente grazie alle risorse, al supporto e allecosistema innovativo che la regione offre.
LEmilia- Romagna offre infatti una solida rete di incubatori, acceleratori e spazi di coworking (come Romagna Tech), che possono supportare aspiranti imprenditori fin dal primo passo del percorso imprenditoriale.
Questi luoghi offrono non solo spazi di lavoro, ma anche accesso a mentori, esperti del settore e opportunità di networking. La regione offre inoltre programmi di co-finanziamento che possono essere strategici per investire su ambiti tecnologici, di marketing e promozione.
Ciò che invece non è sviluppato, ed è una criticità a livello nazionale, è laccesso a fondi di seed e venture capital, sicuramente un elemento di debolezza che rende difficili investimenti iniziali e scaling up. Anche per questo è fondamentale rivolgersi a strutture qualificate e solide, che possano attivare contatti proficui con investitori».
Quali sono le sfide e le opportunità che caratterizzeranno linnovazione in Romagna nei prossimi 5-10 anni? Quale ruolo avrà Romagna Tech in questo contesto?
«Ladattamento alle tecnologie avanzate sarà sicuramente una sfida importante: oggi si parla tanto di intelligenza artificiale, le cui potenzialità applicative sono ancora tutte da studiare, verificare, validare. Proprio per questo e per il mio ruolo professionale di professore universitario , però, considero che la sfida e al tempo stesso lopportunità principali siano una, ovvero quella del capitale umano.
Il nostro territorio, e più in generale il nostro Paese, dovrà investire su una forza lavoro altamente qualificata in settori come la data science, la robotica, lintelligenza artificiale, lanalisi dei big data, ovvero su quei settori che stanno imprimendo alla società un cambio di paradigma netto e veloce.
Da un lato, serviranno programmi formativi altamente specialistici, dallaltro si devono creare le condizioni socioeconomiche perché queste competenze restino sul territorio, facendo maturare nelle imprese la consapevolezza della leva strategica rappresentata dalle risorse umane.
Romagna Tech avrà un ruolo importante in questo contesto, facilitando le imprese nelladozione di processi innovativi attraverso infrastrutture, servizi e un network integrato di competenze derivanti da ricerca, imprese e istituzioni.
Il nostro è un lavoro che deve sempre saper coniugare lanticipazione di visioni innovative, di frontiere tecnologiche, con le pressioni e le propensioni che le imprese manifestano nel breve/medio periodo».