Il 13% rischia la chiusura entro la fine dellanno
È sempre più evidente quanto il problema del costo dellenergia sia lelemento di maggiore preoccupazione per le imprese e per le famiglie che si vedono recapitare bollette con costi sempre crescenti. Un tema su cui CNA sta vigilando con molta attenzione e su cui è intervenuto il Presidente regionale della Confederazione Paolo Cavini: Il rischio è quello di un problema sociale enorme, dovuto alla complessità e alle molteplici cause che concorrono ad amplificare i disagi che si sovrappongono luno con laltro: uneconomia a lungo condizionata dallemergenza sanitaria, la crisi delle materie prime e il rincaro dei prezzi, le conseguenze della guerra, la crisi energetica e laumento esponenziale dei costi, linflazione che sale e la BCE aumenta conseguentemente i tassi di interesse. Una tempesta perfetta che può portare a chiudere un altissimo numero di imprese e di mettere in crisi i nostri sistemi economici. Unulteriore e netta conferma arriva da unindagine condotta da CNA presso le imprese associate ed evidenzia limpatto di questi rincari sui conti delle aziende: nei primi 8 mesi del 2022 i costi energetici sostenuti dalle imprese sono in molti casi triplicati rispetto allo stesso intervallo temporale del 2021. Una situazione su cui è fondamentale intervenire velocemente.
Ci sono interventi spiega Cavini che avranno impatti rilevanti soltanto sul lungo termine, come la scelta strategica sugli approvvigionamenti e la scelta di fornitori affidabili con cui stipulare accordi duraturi che possano compensare senza conseguenze per imprese e famiglie la rinuncia allenergia proveniente dalla Russia. Ciò che riteniamo di assoluta priorità in questa delicata fase è operare con grande rapidità su misure che possano avere ricadute molto concrete nel breve e nel brevissimo periodo. I prossimi mesi saranno decisivi per la sopravvivenza di molte imprese e, di conseguenza, per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere delle nostre comunità.
Secondo la nostra indagine continua Cavini si tratta un problema che non riguarda soltanto le imprese energivore ma coinvolge moltissime imprese artigiane che arrivano a dover convivere con punte di incidenza dei costi energetici superiori al 40% dei costi complessivi di produzione. Limpatto di questa situazione in assenza di adeguati interventi di sostegno da parte della politica su ogni livello istituzionale, è potenzialmente devastante. Il tavolo di crisi permanente attivato dalla Regione sullimpatto dei costi dellenergia sul sistema delle imprese e del lavoro è, in questo senso, prezioso e auspichiamo risultati concreti. Abbiamo da subito sostenuto questa scelta, pur nella consapevolezza che le decisioni strategiche e di maggior peso passano per ovvie ragioni sui tavoli del Governo nazionale e della Commissione europea.
Questa crisi incide sulla preoccupazione delle imprese italiane più della pandemia e della crisi finanziaria. Senza interventi concreti ed efficaci per contrastare la crisi energetica aggiunge Paolo Giuffredi, Presidente di CNA Parma – c’è il rischio di assistere a una decimazione di intere filiere produttive, la crisi ha portato le aziende a fare i conti con un aumento del 300% nei primi mesi di questo 2022.
LA PROPOSTE DI CNA EMILIA-ROMAGNA
Alla fine del 2021 ricorda il Presidente Cavini il nostro centro studi aveva rilevato che le piccole aziende a rischio chiusura a causa del caro-energia erano oltre il 6%. Mentre oltre il 10% dichiarava che avrebbe dovuto ridurre lattività. Oggi, con la sostanziale duplicazione dellimpatto energetico sui costi aziendali stimiamo un raddoppio di quelle percentuali, con oltre il 13% di imprese non più nelle condizioni di proseguire lattività e oltre il 21% costretta a ridurre lattività e conseguentemente anche loccupazione. Ecco perché insisto sulla necessità di individuare misure immediate che garantiscano effetti concreti nel breve termine. Oggi dobbiamo saper rassicurare e offrire una prospettiva ai nostri artigiani e piccoli imprenditori, proprio come abbiamo saputo fare con lemergenza sanitaria. Artigiani, imprese, professionisti devono poter continuare a guardare al domani con fiducia.
Tra le proposte che CNA ha avanzato vi è la richiesta di intervenire sui mutui con una moratoria nello stesso modo con cui si era agito per la crisi legata al Covid, una misura fondamentale per alleggerire imprese e famiglie delle conseguenze dei costi energetici e dellinflazione.
Altrettanto importante la proposta di una rateizzazione molto spinta sul pagamento delle bollette da poter spalmare in 5-10 anni, così come la richiesta di mantenere e rafforzare al 50% i crediti di imposta sui maggiori costi di elettricità e gas.
Due proposte che guardano al medesimo obiettivo: lasciare alle imprese la liquidità necessaria per la loro sopravvivenza nellimmediato, nella fase più acuta di questa emergenza, in attesa di misure strutturali urgenti.
Altra proposta ritenuta fondamentale per la Confederazione è il sostegno allautoproduzione con lintroduzione credito di imposta per installazione di impianti da fonte rinnovabile e la sburocratizzazione rapida per gli impianti fotovoltaici sotto ai 200 kW.
Conclude Cavini: Ci troviamo, ancora una volta, in una situazione emergenziale e chiediamo con forza misure straordinarie per superare questa nuova insidia sociale. Lo ripeto: occorre velocità e servono azioni concrete. Un esempio: ci sono 125.000 capannoni artigiani già pronti ad essere coperti con i pannelli senza arrecare alcun impatto ambientale, cosa stiamo aspettando? La situazione è così grave che va affrontata certamente con la politica, ma non solo: dobbiamo sentirci tutti coinvolti e tutti possiamo fare la nostra parte. Noi ci siamo, tutta la comunità di artigiani e di piccole imprese è pronta. Ci possiamo salvare soltanto insieme: CNA non vuole che nessuno sia lasciato indietro.