La piccola impresa bolognese sempre più “sostenibile”: indagine Nomisma con CNA. Una PMI su quattro si è già convertita a strategie per la sostenibilità
La sostenibilità sta sempre più entrando nella cultura delle Pmi bolognesi. Una su quattro ha già cambiato strategia aziendale andando in direzione “sostenibile”. In particolare sulla sostenibilità ambientale, mentre su quella sociale e sulla governance c’è ancora abbastanza strada da fare.
È quanto emerso da un’indagine di Nomisma con CNA presentata mercoledì sera nel convegno “Sostenibilità come leva di crescita: strategie per aziende consapevoli” organizzato da Sametica, società del sistema CNA Bologna che si occupa di fornire consulenza sulle tematiche della salute e sicurezza del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente e dell’organizzazione aziendale.
Il convegno ha preceduto l’evento di networking Drink to Meet all’Hotel Living Place di Villanova di Castenaso, organizzato da CNA e CNA Giovani Imprenditori.
E per dimostrare che CNA ci crede nella sostenibilità e vuole essere da volano per le Pmi, il Presidente CNA Bologna Antonio Gramuglia ha annunciato che CNA sta per pubblicare il suo primo Bilancio di Sostenibilità: “non era un obbligo ma è stata una scelta volontaria, presa con l’intento di agire con responsabilità e trasparenza verso le persone, le imprese e le Istituzioni”.
Entrando nel dettaglio dell’indagine Nomisma tra le Pmi di CNA, è stato verificato che sul tema “sostenibilità ambientale” l’89% delle imprese effettua raccolta differenziata nelle proprie sedi, il 56% utilizza energia da fonti rinnovabili, il 53% ha in corso procedure per la riduzione di emissioni, il 16% ha avviato iniziative inerenti il cambiamento climatico.
Sul fronte della “sostenibilità sociale” il 95% delle imprese ha avviato almeno un servizio di welfare per i propri dipendenti, il 63% ha erogato donazioni ad enti benefici, in media garantisce 275 ore di formazione ai dipendenti, ci sono donne dirigenti nel 17% delle imprese e il 16% delle aziende misura la soddisfazione dei dipendenti. Questi ultimi due dati dimostrano che le PMI hanno ancora margini di miglioramento.
Infine, nel terzo segmento della sostenibilità, ovvero la “governance”, il 79% delle aziende ha ottenuto certificazioni, il 37% ha valutato i suoi fornitori anche con criteri di sostenibilità, il 16% ha realizzato codici etici in azienda.
In un sondaggio in tempo reale tra i 220 imprenditori presenti al convegno, i principali vantaggi attesi da un’azienda che intraprende un percorso di sostenibilità sono nell’ordine: risparmio sui costi, miglioramento dell’immagine aziendale e interesse da parte di nuovi mercati. Per quanto riguarda invece i supporti che le aziende sentono necessari per potersi rendere più sostenibili, il 30% chiede consulenze personalizzate e il 28% un accesso al credito più agevole.
“Credo che la sostenibilità sia il linguaggio del futuro – prosegue Antonio Gramuglia -. Non parla solo di ambiente, ma di persone, di rispetto, di responsabilità. Significa costruire imprese più solide, più credibili, più attrattive. Significa lasciare un segno positivo nel territorio in cui viviamo. La sostenibilità non è teoria: è concretezza. È il modo in cui scegliamo di guardare avanti, di innovare, di restituire valore alla comunità che ci sostiene. La sostenibilità è un vantaggio competitivo, non un costo”.
Nel convegno, condotto dal giornalista Marco Gisotti e introdotto da Simone Ventura Presidente CNA Giovani Imprenditori Bologna, è intervenuta Sara Ghedini di Nomisma e diverse aziende che hanno testimoniato l’efficacia di aver portato la sostenibilità nelle proprie strategie: Riccardo Farneti di Turtle srl, spin off di Unibo che agisce come consulente per le aziende interessate alla sostenibilità, Silvia Bonafè dell’azienda Enzo Bonafè, Davide Bulgarelli della Bulgarelli Production srl, Marco Marchetti di Mama Science srl, Anna Andreoni dell’Associazione Je-Bo.
Dopo il convegno, tutti a tavola per il Drink to Meet, l’iniziativa di networking di CNA, che ha fatto incontrare gli imprenditori e le imprenditrici, molti dei quali non si erano mai conosciuti prima. Un gruppo per ogni tavolo. E, al variare della portata, ognuno cambiava il tavolo e quindi commensale, aumentando la possibilità di conoscere nuovi possibili clienti, fornitori, supporter o partner. Un modo di incontrarsi e “fare business” informale, divertente e che sta avendo sempre più successo tra le imprese.




