Imprese guidate da stranieri: tre province, tre traiettorie diverse
Piacenza cresce, Parma accelera, Reggio Emilia rallenta: la mappa aggiornata dell’imprenditoria straniera in Emilia
Nel 2025 l’imprenditoria straniera continua a rappresentare una componente essenziale del tessuto produttivo emiliano, ma con andamenti molto diversi tra provincia e provincia. Dalle analisi dell’Ufficio Studi e Statistica delle Camere di commercio territoriali emergono dinamiche che raccontano un sistema economico in trasformazione, dove il contributo delle comunità straniere resta determinante per diversi comparti produttivi.
Piacenza: saldo positivo e incidenza sopra la media regionale
A Piacenza le imprese guidate da cittadini stranieri crescono in modo significativo, arrivando a 4.133 unità (+3,8%) in una fase in cui il totale delle imprese attive registra invece una lieve flessione (-0,2%). L’incidenza raggiunge così il 16,1%, valore superiore sia alla media regionale (14,6%) sia a quella nazionale (12,0%).
Il settore più rappresentato è l’edilizia (1.737 imprese, 42,0% del totale delle aziende straniere), seguito dal commercio (741 attività, 17,9%) e dai servizi alle imprese (542, 13,1%). A seguire alloggio e ristorazione (398 imprese, 9,6%), servizi alla persona (318, 7,7%), manifatturiero (292, 7,1%) e agricoltura (103, 2,5%).
Predominano le ditte individuali (3.320, pari all’80,3%), ma cresce anche il numero delle società di capitali, che raggiungono quota 607 (+10,8%). L’Albania è il primo Paese di provenienza (590 imprenditori, 17,8%), seguita da Marocco (381, 11,5%) e Romania (328, 9,9%).
Sul piano territoriale, il capoluogo guida la classifica con 2.100 attività; seguono Rottofreno (152 imprese, 21,5% del totale locale) e Castel San Giovanni (227, 21,0%).
Parma: crescita marcata e traino delle società di capitali
A Parma l’imprenditoria straniera è il vero motore dell’espansione del sistema produttivo. Le imprese guidate da cittadini stranieri salgono a 5.572 (+4,7%), contribuendo al lieve aumento complessivo del numero di attività nella provincia (+0,4%). L’incidenza si attesta al 14,3%, in linea con la media regionale e superiore a quella nazionale.
Anche in questo caso l’edilizia è il comparto più rappresentato (1.730 imprese, 31,0%), seguita dal commercio (1.053 attività, 18,9%), dai servizi alle imprese (902, 16,2%) e dalla manifattura (689, 12,4%). Completano il quadro alloggio e ristorazione (534 imprese, 9,6%), servizi alla persona (500, 9,0%) e agricoltura (154, 2,8%).
Le ditte individuali restano la forma giuridica prevalente (4.011, pari al 72,0%), ma a distinguersi sono soprattutto le società di capitali, in crescita del 9,1% e ora pari a 1.303 unità (23,4% del totale).
Come a Piacenza, anche a Parma la comunità albanese rappresenta la quota maggiore (668 imprese, 16,7%), seguita dalla Moldavia (411, 10,2%) e dalla Tunisia (353, 8,8%).
Sul fronte territoriale il capoluogo conta 2.874 imprese straniere (17,0% del totale provinciale). L’incidenza più elevata, però, spetta a Salsomaggiore Terme, dove le 353 imprese straniere rappresentano il 22,9% della base produttiva locale. Segue Colorno (116 imprese, 17,6%).
Reggio Emilia: lieve arretramento ma incidenza ancora tra le più alte della regione
A differenza di Piacenza e Parma, il territorio reggiano registra una contrazione: le imprese guidate da stranieri scendono a 8.186 (-1,1%), in linea con la diminuzione generale del numero di imprese attive (-1,8%). Nonostante la flessione, l’incidenza resta tra le più alte di tutta l’Emilia-Romagna, pari al 17,4%.
L’edilizia domina il quadro, con 3.934 attività quasi pari alla metà di tutte le imprese straniere locali. Seguono commercio (1.231 imprese, 15,0%) e manifatturiero (1.015, 12,4%). Presenti anche servizi alle imprese (780, 9,5%), alloggio e ristorazione (568, 6,9%), servizi alla persona (548, 6,7%) e agricoltura (99, 1,2%).
Le ditte individuali restano la forma largamente prevalente (5.946, pari al 72,6%) pur registrando un calo del 3,7%. Crescono invece in modo significativo le società di capitali, che raggiungono quota 1.772 (+8,3%).
L’Albania è il primo Paese di provenienza (799 imprese), seguita dalla Cina (776) e dalla Tunisia (621).
A livello territoriale, Reggio Emilia città raccoglie 4.626 imprese straniere, pari al 26,0% della base economica locale. Se si guarda all’incidenza percentuale, il primato spetta però a Rolo, dove le 87 imprese guidate da stranieri rappresentano il 29,0% del totale. Segue Sant’Ilario d’Enza (169 attività, 19,5%).
Un mosaico che cambia: il ruolo strategico dell’imprenditoria straniera
Le tre province mostrano traiettorie divergenti, ma un tratto comune emerge con chiarezza: l’imprenditoria straniera continua a essere un pilastro del sistema economico emiliano. Nelle province in crescita contribuisce in modo diretto all’espansione del tessuto produttivo; in quelle in flessione mantiene comunque livelli di incidenza molto elevati, spesso superiori alle medie regionali e nazionali.
In un contesto economico che richiede flessibilità, competenze diffuse e capacità di adattamento, la presenza di imprenditori provenienti da altri Paesi rappresenta una leva di resilienza e rinnovamento per l’intero territorio emiliano.




