Manifattura emiliana: andamenti divergenti

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Nel primo semestre 2025 l’industria manifatturiera delle tre province emiliane mostra segnali contrastanti: Piacenza ancora in forte calo, Parma in rallentamento dopo un avvio stabile, Reggio Emilia in lieve ripresa nei volumi ma con fatturato fermo

Il quadro dell’industria emiliana a metà 2025 è tutt’altro che uniforme. Secondo l’indagine congiunturale della Camera di commercio dell’Emilia sulle piccole e medie imprese (fino a 500 dipendenti), il semestre si chiude con andamenti divergenti: Piacenza segna un -6,9% nella produzione e un -8,1% nel fatturato, Parma registra un calo più contenuto (-3% produzione e -1,5% fatturato), mentre Reggio Emilia evidenzia un’inversione di tendenza nei volumi (+0,9%), pur con un fatturato stabile (-0,1%).


Piacenza: semestre nero per la manifattura

Per Piacenza, dopo il -8,1% del primo trimestre, il bilancio resta pesante: produzione -6,9%, a fronte di un calo medio regionale dell’1,4%. Il fatturato scende dell’8,1%, con un calo marcato anche all’estero (-4,6%).
Gli ordinativi totali segnano un -4,2% (contro il -0,1% regionale), con portafoglio ordini pari a 15,3 settimane (12,0 la media emiliana) e un utilizzo degli impianti al 74,4%.
Le previsioni per il terzo trimestre indicano cautela: il 71% delle imprese prevede stabilità, il 7% crescita e il 22% un calo della produzione.

Artigianato: in difficoltà anche le imprese artigiane, con produzione -5,7%, ordinativi -4,8% e fatturato -5,9%. Gli impianti sono utilizzati al 61,3% (68,3% la media regionale).


Parma: si consolida il calo

Dopo un primo trimestre quasi stabile (-0,2% produzione, +1,1% fatturato), Parma chiude il semestre con un calo della produzione del 3% e un arretramento del fatturato dell’1,5%. Le flessioni hanno interessato quasi tutti i comparti, tranne minerali non metalliferi (+2,3%) e legno-mobili (+2,5%).
Positivo l’andamento degli ordinativi totali (+0,3%) e di quelli esteri (+0,5%), con punte nella meccanica (+5,6%) e nel legno-mobili (+9,1%). Le imprese hanno in media 15,3 settimane di produzione assicurata, superiore al dato regionale, e un utilizzo degli impianti al 76,9%.

Artigianato: calo lieve della produzione (-0,5%) e del fatturato (-1,4%), a fronte però di un incremento significativo sui mercati esteri (+9,3%).


Reggio Emilia: produzione in ripresa, fatturato stabile

Dopo un inizio d’anno difficile, la manifattura reggiana segna una crescita dei volumi dello 0,9%, in controtendenza rispetto al -1,4% regionale. Il fatturato resta sostanzialmente stabile (-0,1%), con buoni risultati per alimentare (+2,3%), metalmeccanica (+1,1%) e ceramica (+0,3%).
Negativi, invece, tessile-abbigliamento (-4,1%), elettrico-elettronico (-2,0%) e materie plastiche (-5,2%). Gli ordinativi totali crescono del 2%, trainati da alimentare (+5,5%), plastica (+8,2%) e ceramica (+3,8%). Le imprese dispongono in media di 10,9 settimane di produzione e utilizzano gli impianti al 72,6%.

Artigianato: andamento opposto all’industria in senso stretto, con produzione -0,8% e fatturato -3,1%, in peggioramento rispetto alla media regionale.


Un quadro disomogeneo

Le tre province emiliane mostrano dunque traiettorie diverse: Piacenza resta in sofferenza, Parma registra un rallentamento più marcato rispetto al trimestre precedente, mentre Reggio Emilia mostra segnali di ripresa nei volumi ma non nei ricavi.

Fonte: Camera di commercio dell’Emilia – Indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese manifatturiere

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Immagine di Giulia Chittaro
Giulia Chittaro

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