Congiuntura in Emilia-Romagna: indagine congiunturale sul primo trimestre 2023 sullindustria manifatturiera
Unioncamere Emilia-Romagna: Un clima di fiducia percepito allinterno nelle aziende potrebbe condurre a una futura normale conduzione dellattività industriale, nonostante un contesto ancora difficile. La grande flessibilità si conferma come peculiarità della nostra economia. Il Sistema camerale continuerà a supportare le imprese.
Intesa Sanpaolo: In Emilia-Romagna prestiti alle imprese stabili a marzo, un risultato migliore rispetto al calo registrato a livello nazionale. Prosegue la notevole tenuta dei prestiti allindustria, che invece si riducono in aggregato sul mercato italiano. Lutilizzo di liquidità dai depositi delle imprese risulta in linea con il primo trimestre dello scorso anno.
Confindustria Emilia-Romagna: Le imprese sono dinamiche nonostante il rallentamento della crescita. Lexport regionale frena la propria corsa. Accelerare interventi di supporto e politiche industriali per gli investimenti e dare priorità alla ripartenza dopo le alluvioni.
In Emilia-Romagna il 2023 dellindustria inizia nel segno della crescita, nonostante criticità evidenti, quali le difficoltà nelle catene di fornitura internazionali, la forte inflazione con lelevato livello dei prezzi di materie prime ed energia e laumento dei tassi di interesse, a cui si aggiunge il complesso scenario esterno della crisi geopolitica.
I segni positivi di produzione, fatturato e ordinativi compongono un quadro ancora dinamico, come emerge dallindagine congiunturale sul primo trimestre 2023 sullindustria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Il volume della produzione delle piccole e medio-grandi imprese dellindustria in senso stretto dellEmilia-Romagna ha messo a segno un ulteriore aumento (+1,1 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
Sotto la pressione dellaumento dei prezzi industriali derivante dalle quotazioni delle materie prime, di semilavorati e componenti, la crescita del fatturato sullo stesso periodo del 2022 (+4,0 per cento) è risultata più elevata rispetto allandamento della produzione. Il fatturato estero ha avuto un andamento analogo rispetto a quello interno, ma leggermente più ampio (+4,8 per cento).
Un ulteriore dato positivo da considerare è costituito dallandamento del processo di acquisizione degli ordini che ha rallentato, ma ha confermato la tendenza positiva, seppur molto lieve (+0,2 per cento).
Il grado di utilizzo degli impianti è sceso leggermente fino al 78,2 per cento, poco meno rispetto al 79,7 per cento dello stesso trimestre 2022.
Anche il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini si è leggermente ridotto scendendo sotto le 13 settimane, un valore sempre superato dallinizio del 2022.
La crescita dellattività è ancora diffusa, ma nei vari settori industriali variano lintensità e landamento.
In dettaglio, il ritmo della ripresa del fatturato dellindustria alimentare e delle bevande ha sostanzialmente accelerato (+7,9 per cento), ed è stato sostenuto dallaumento del passo delle vendite sui mercati esteri (+10,2 per cento). La crescita tendenziale della produzione in questo settore è andata accelerando rispetto al trimestre precedente (+3,7 per cento), anche se il ritmo è decisamente inferiore rispetto quello del fatturato, per effetto dellinflazione. Le indicazioni per il futuro sono positive.
La ripresa congiunturale del sistema moda ha registrato un rallentamento rispetto al trimestre precedente. Ancora bene il fatturato complessivo (+4,8 per cento), ma si è ridotta la forza trainante derivante dallandamento sui mercati esteri che ha avuto un rallentamento (+4,1 per cento) Lelemento meno soddisfacente per il settore è la decelerazione della crescita della produzione rispetto al trimestre precedente (+1,5 per cento).
Più marcato larretramento per la piccola industria del legno e del mobile, che è leggero per il fatturato (-0,8 per cento), appesantito dalla componente estera (-2,1 per cento), decisamente più ampio per la produzione (-2,5 per cento) e nella dinamica del processo di acquisizione degli ordini, la peggiore tra quelle dei settori considerati (-4,1 per cento).
Il passo di crescita del fatturato complessivo dellindustria metallurgica e delle lavorazioni metalliche si è dimezzato (+2,5 per cento), nonostante il sostegno dei mercati esteri (+4,0 per cento). Peraltro, la produzione è aumentata ancora, anche se in misura più contenuta rispetto al trimestre precedente (+1,6 per cento).
Permane fiducia per le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, comparto che sta vivendo una fase positiva anche se in decelerazione rispetto al trimestre precedente. Il fatturato ha avuto il più sostenuto incremento (+6,4 per cento) dopo quello riferito allindustria alimentare e delle bevande. Il risultato ha beneficiato del traino fornito dalla componente estera (+8,8 per cento). Tuttavia, laumento della produzione si è dimezzato rispetto al trimestre precedente (+3,8 per cento) ed è risultato inferiore al fatturato evidenziando la pressione sui prezzi finali derivante anche dallincremento di materie prime, energia e semilavorati.
A differenza degli altri settori considerati, il gruppo eterogeneo delle altre industrie (che comprende chimica, farmaceutica, plastica, gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) aveva interrotto la fase di crescita già alla fine nel quarto trimestre 2022. Negativo è infatti landamento della produzione (-1,8 per cento). Il fatturato complessivo ha accusato una ridotta flessione (- 0,9 per cento) rispetto allo stesso trimestre 2022. Il fatturato estero ha subito un duro calo (-4,2 per cento), nonostante la tendenza dei prezzi al rialzo.
Anche con linizio del 2023 landamento congiunturale ha continuato a mostrare una notevole correlazione positiva con la dimensione delle imprese.
In particolare, per le imprese minori, la produzione si è ridotta (-0,8 per cento). In leggero incremento il fatturato (+0,4 per cento), in calo gli ordini (-1,1 per cento).
Per le piccole imprese, lieve flessione della produzione (-0,2 per cento), mentre landamento dei prezzi ha dato sostegno al fatturato (+2,2 per cento), soprattutto estero (+4,2 per cento). In diminuzione gli ordini (-0,2 per cento), nonostante il buon ritmo sui mercati esteri (+3,0 per cento).
Per le imprese medio-grandi, crescita meno forte dellattività produttiva (+2,7 per cento) rispetto al fatturato (+6,4 per cento). In riduzione gli ordini (+1,0 per cento).
Dai dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane risulta che le vendite allestero del manifatturiero emiliano-romagnolo anche nel primo trimestre del 2023 hanno continuato a crescere, ma con un ritmo inferiore rispetto allexport nazionale e dei trimestri precedenti.
Le esportazioni manifatturiere emiliano-romagnole sono risultate pari a quasi 20.947,7 milioni di euro, corrispondenti al 13,9 per cento dellexport nazionale, e hanno fatto segnare un incremento del 4,2 per cento rispetto al primo trimestre del 2022.
È importante considerare come alla ripresa dei valori delle esportazioni rilevate a prezzi correnti abbia contribuito notevolmente laumento dei prezzi alla produzione dei prodotti esportati.
Nel trimestre considerato, landamento regionale è risultato inferiore rispetto a quello riferito al complesso delle vendite allestero nazionali (+9,6 per cento).
La tendenza positiva è stata sostenuta in primo luogo da un autentico boom dellexport del fondamentale settore dei macchinari e apparecchiature (+21,6 per cento) con una accelerazione della crescita pari a cinque volte quella media regionale. Aumento sostenuto anche dellindustria alimentare e delle bevande (+16,8 per cento) e del sistema moda (+13,7 per cento).
Al contrario, il contributo negativo più rilevante alla dinamica dellexport regionale è venuto dalle esportazioni delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (-24,9 per cento), della lavorazione di minerali non metalliferi ovvero ceramica e vetro (-7,1 per cento), dellindustria della metallurgia e dei prodotti in metallo (-6,6 per cento).
Sulla base dei dati del Registro delle imprese, le attive dellindustria in senso stretto, a fine marzo 2023 risultavano 42.130 (pari al 10,7 per cento delle aziende della regione). La perdita subita negli ultimi dodici mesi è venuta dalla sola manifattura (-1.243 imprese, -3,0 per cento).
Il picco negativo è stato per il comparto moda (-402 unità, -6,6 per cento).
«I risultati del primo trimestre 2023 lasciano sperare anche per la seconda parte dellanno. Soprattutto, un clima di fiducia percepito allinterno nelle aziende potrebbe condurre a una futura normale conduzione dellattività industriale, nonostante il permanere di un contesto difficile per il conflitto in Ucraina, i prezzi di materie prime ed energia, linflazione e i tassi di interesse, tutti fattori di preoccupazione dichiara Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – Si conferma peraltro una peculiarità del nostro sistema produttivo ed economico, la grande flessibilità che permette alle imprese di rispondere in maniera proattiva alle esigenze anticipando i tempi. Il Sistema camerale continuerà a essere a fianco delle imprese con iniziative di sostegno»:
Secondo lanalisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, la rapidità e intensità della stretta monetaria continuano a influenzare le condizioni sul mercato del credito che registra una domanda di prestiti generalmente in calo. In questo contesto, landamento dei prestiti alle imprese dellEmilia-Romagna si presenta migliore rispetto al resto del mercato italiano. A partire dallavvio a luglio 2022 del ciclo di rialzi dei tassi di politica monetaria, in Emilia-Romagna il conseguente rallentamento dei prestiti alle imprese è stato meno marcato e a marzo si è registrata una stabilità (-0,2% anno su anno) a confronto con dodici mesi prima, mentre a livello Italia si è osservato un calo del 2,6% anno su anno (i dati qui commentati sono riferiti ai prestiti escluse le sofferenze).
Ancora una volta, la buona tenuta del credito alle imprese è spiegata dallandamento dei prestiti allindustria, che sono rimasti in crescita, mostrando un rallentamento contenuto a +5,5% a marzo, dal +7,6% anno su anno di fine 2022, e molto meglio del -3,1% nazionale. Diversamente, i prestiti ai servizi sono rimasti in calo, del -4,0%, confermando un andamento leggermente più debole della media nazionale (-2,2% anno su anno a marzo). Anche per i prestiti alle costruzioni è proseguito il trend di contrazione, del -5,8% anno su anno a marzo in regione che si confronta col -4,4% osservato a livello nazionale.
I dati per dimensione dimpresa confermano che la tenuta del credito in regione è da ascrivere alla dinamica dei prestiti alle imprese più grandi (con oltre 20 dipendenti), che continuano a crescere, anche se moderatamente e in progressivo rallentamento, del +1,2% anno su anno a marzo, più robusti del dato nazionale, in riduzione da fine 2022 (-2,0% a marzo). Un andamento opposto permane per i prestiti alle piccole imprese, che vedono una prosecuzione del calo, in linea col trend nazionale (-7,1% a marzo in Emilia-Romagna e -5,8% a livello Italia).
Col proseguimento dei forti e rapidi rialzi dei tassi dinteresse della politica monetaria, si è confermata la contrazione dei depositi delle imprese, dopo i tassi di crescita a due cifre registrati nel 2020-21. Tuttavia, nel corso del primo trimestre il trend non è peggiorato e i depositi delle imprese hanno segnato a marzo un calo contenuto in Emilia-Romagna, del -0,8% anno su anno, in linea con fine 2022 (-1%) e meno marcato rispetto al sistema nazionale (-2,2% a marzo). In termini di flussi, lutilizzo di liquidità che stagionalmente si osserva nel primo trimestre è rimasto in linea con quanto registrato nello stesso periodo del 2022, pari a -3,4 miliardi in Emilia-Romagna (-3,5 nel primo trimestre 2022). Tale risultato è coerente col ricorso alle risorse depositate sui conti bancari che si osserva in generale a livello Italia, dove però il deflusso dai depositi delle imprese risulta moderatamente più intenso a confronto con lo stesso periodo del 2022.
«Il sistema imprenditoriale dellEmilia-Romagna – afferma Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo – si conferma dinamico e reattivo, pur in contesti macroeconomici in cui persistono motivi di incertezza, in particolare grazie alla costante propensione agli investimenti in innovazione e alla solida vocazione allexport. Da parte nostra siamo impegnati a sostenere le imprese regionali sia con misure anche straordinarie per le esigenze peculiari sia continuando ad accompagnarne gli investimenti strategici, in particolare verso innovazione, sviluppo sostenibile, digitalizzazione e indipendenza energetica, nellambito dellimpegno del Gruppo a supporto degli investimenti in linea con gli obiettivi del PNRR.
Tra i fattori della competitività regionale cè la forte presenza di filiere corte e ramificate a livello locale, che garantiscono continuità e certezza delle forniture in un contesto globale contrassegnato dal ridisegnarsi delle catene del valore. Per questo, in Emilia-Romagna, ad oggi abbiamo supportato con oltre un miliardo di euro gli investimenti finalizzati al raggiungimento di obiettivi ESG e in circular economy, nonché siglato 104 programmi di filiera, per facilitare laccesso al credito delle imprese delle stesse, che coinvolgono circa 2.650 fornitori per un giro daffari complessivo di 14 miliardi di euro. Senza dimenticare la situazione straordinaria provocata dalle alluvioni, per le quali abbiamo attivato misure straordinarie per contribuire al superamento dellemergenza e sostenere una ripresa quanto più celere possibile per imprese e famiglie».
Nel primo trimestre 2023, secondo lanalisi di Confindustria Emilia-Romagna, si conferma la crescita dellindustria dellEmilia-Romagna, anche se rallentata rispetto ai mesi precedenti e con forti differenze tra settori produttivi. Lexport, che pure ha frenato la crescita, resta un asse portante su cui continuare a puntare con decisione.
A livello nazionale i segnali di debolezza aumentano. La produzione industriale ha chiuso il primo trimestre con un segno lievemente negativo (-0,1% rispetto al periodo precedente), ma lo scenario è in peggioramento. In aprile si segnala un calo del fatturato in tutti i settori. La frenata delleconomia mondiale ha rallentato lexport e i consumi sono frenati dallinflazione. A maggio la fiducia delle imprese è di nuovo calata, anche se la diminuzione del prezzo dellenergia rappresenta una spinta positiva.
«In questo scenario difficile dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi le imprese emiliano-romagnole stanno reagendo con la consueta energia. Continuano però le preoccupazioni per lincertezza del quadro macroeconomico, che incidono sulle decisioni di investimento insieme ad altri fattori come laumento dellinflazione, i tassi elevati e le difficoltà legate alla scarsità di personale qualificato. Dobbiamo rafforzare la capacità innovativa del sistema economico accelerando gli interventi a sostegno della crescita e le politiche industriali per accompagnare gli investimenti».
«Non dimentichiamo che la nostra regione conclude la Presidente deve far fronte ai gravissimi danni delle recenti alluvioni, che hanno colpito tanti cittadini e tante imprese interconnesse in filiere nazionali e internazionali. Occorre dare assoluta priorità alla ripartenza, che significa celere ripristino delle strade e delle infrastrutture, indennizzi rapidi e completi, strumenti finanziari per investire. LEmilia-Romagna si attende risposte certe e immediate in questa direzione».
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Da: Unione Regionale delle Camere di Commercio dellEmilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo
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