il valore aggiunto nel 2024 in Romagna

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I dati a consuntivo dell’anno 2024 riferiti al Valore aggiunto totale (ai prezzi base e correnti) per l’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini rilevano una crescita annua superiore al dato regionale ma inferiore di quello nazionale

Incrementi per il settore agricolo e dei Servizi; flessioni, invece, per l’Industria e le Costruzioni. Valore aggiunto pro-capite e valore aggiunto per occupato più contenuti rispetto al livello regionale e nazionale.

Dopo le previsioni sul Valore aggiunto (in termini reali) stimato per l’anno 2025, diffuse nei giorni scorsi, derivanti dagli ultimi Scenari di Prometeia, la Camera di commercio della Romagna analizza la Ricchezza prodotta a consuntivo nel 2024 (a valori correnti), sulla base dei dati di fonte Unioncamere – Istituto Tagliacarne.

Il Valore aggiunto nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Secondo i dati di fonte Unioncamere – Istituto Tagliacarne, elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, il Valore aggiunto totale 2024 nel territorio Romagna (FC-RN) ammonta a 25,4 miliardi di euro correnti, in crescita dell’1,7% rispetto al 2023; tale variazione risulta superiore a quella regionale (+0,9%) ma inferiore al dato nazionale (+2,1%).
Il 71,5% del Valore aggiunto è generato dal macrosettore dei Servizi, percentuale più elevata di quella regionale (65,3%) ma inferiore al dato nazionale (72,8%); al suo interno si ritrovano i comparti “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (25,6% della ricchezza prodotta), “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (28,7%) e “altri servizi” (tra i quali quelli alle persone, 17,2%). L’Industria in senso stretto (prevalentemente manifatturiera) crea il 19,6% del Valore aggiunto complessivo, mentre le Costruzioni contribuiscono per il 6,1%. L’Agricoltura, invece, assume un minor peso rispetto agli altri settori (2,8%), anche se la relativa incidenza risulta superiore a quella dell’Emilia-Romagna (2,3%) e Italia (2,2%).

Nel confronto annuo i settori che registrano un incremento del Valore aggiunto sono l’Agricoltura (+18,5%) e i Servizi (+3,1%); in diminuzione, invece, l’Industria in senso stretto (-3,9%) e le Costruzioni (-2,0%). All’interno del macrosettore dei Servizi, l’aggregato che cresce maggiormente è quello relativo ad “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (+4,2%), seguito da “altri servizi” (+3,1%) e da “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (+1,9%).
Le ultime stime disponibili (anno 2022) riportano un contributo alla creazione di Valore aggiunto da parte della Pubblica Amministrazione del territorio in esame pari all’8,0% (7,4% per l’Emilia-Romagna e 10,6% per l’Italia).
Il Valore aggiunto pro-capite 2024 stimato per il territorio Romagna (FC-RN) risulta pari a 34.677 euro correnti, valore inferiore al dato regionale (39.460 euro) ma superiore alla media nazionale (33.348 euro).
Il Valore aggiunto per occupato 2024 (produttività del lavoro) del territorio Romagna (FC-RN) è di 76.190 euro correnti, in diminuzione annua (-1,9%), valore inferiore a quello regionale (86.559 euro) e nazionale (82.147 euro).

Il Valore Aggiunto in provincia di Forlì-Cesena

Secondo i dati di fonte Unioncamere – Istituto Tagliacarne, elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, il Valore aggiunto totale 2024 in provincia di Forlì-Cesena ammonta a 14,2 miliardi di euro correnti, in crescita dell’1,4% rispetto al 2023; tale variazione risulta superiore a quella regionale (+0,9%) ma inferiore al dato nazionale (+2,1%).
Il 66,6% del Valore aggiunto è generato dal macrosettore dei Servizi, percentuale più elevata di quella regionale (65,3%) ma inferiore al dato nazionale (72,8%); al suo interno si trovano i comparti “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (22,6% della ricchezza prodotta), “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (27,5%) e “altri servizi” (tra i quali quelli alle persone, 16,5%). L’Industria in senso stretto (prevalentemente manifatturiera) genera il 23,2% del Valore aggiunto complessivo, mentre le Costruzioni contribuiscono per il 6,0%. L’Agricoltura, invece, ha un minor peso rispetto agli altri settori (4,2%), anche se la relativa incidenza risulta strutturalmente superiore a quella dell’Emilia-Romagna (2,3%) e Italia (2,2%).

Nel confronto annuo i settori che registrano un incremento del Valore aggiunto sono l’Agricoltura (+17,9%) e i Servizi (+2,9%); in diminuzione, invece, l’Industria in senso stretto (-4,1%) e le Costruzioni (-2,0%). All’interno del macrosettore Servizi l’aggregato che cresce maggiormente è quello relativo ad “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (+3,8%), seguito da “altri servizi” (+3,1%) e da “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (+1,7%).

Le ultime stime disponibili (anno 2022) riportano un contributo alla creazione di Valore aggiunto da parte della Pubblica Amministrazione del territorio in esame pari all’8,0% (7,4% per l’Emilia-Romagna e 10,6% per l’Italia).
Il Valore aggiunto pro-capite 2024 stimato per la provincia di Forlì-Cesena risulta pari a 36.055 euro correnti, inferiore al dato regionale (39.460 euro) ma superiore alla media nazionale (33.348 euro). Nel confronto con le altre province, nella classifica decrescente per tale variabile, Forlì-Cesena si colloca al 23° posto a livello nazionale (su 107 province) e in sesta posizione nel contesto regionale (dopo Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia e Piacenza).
Il Valore aggiunto per occupato 2024 (produttività del lavoro) della provincia di Forlì-Cesena è di 78.563 euro correnti, sostanzialmente stabile in termini annui (-0,1%), valore inferiore a quello regionale (86.559 euro) e nazionale (82.147 euro).

Il Valore Aggiunto in provincia di Rimini

Secondo i dati di fonte Unioncamere – Istituto Tagliacarne, elaborati dall’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, il Valore aggiunto totale 2024 in provincia di Rimini ammonta a 11,3 miliardi di euro correnti, in crescita del 2,0% rispetto al 2023; tale variazione risulta superiore a quella regionale (+0,9%) e in linea col dato nazionale (+2,1%).
Il 77,6% del Valore aggiunto è generato dal macrosettore dei Servizi, percentuale più elevata di quella regionale (65,3%) e nazionale (72,8%); al suo interno si ritrovano i comparti “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (29,3% della ricchezza prodotta), “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (30,1%) e altri servizi (tra i quali quelli alla persona, 18,2%). L’Industria in senso stretto (prevalentemente manifatturiera) genera il 15,1% del Valore aggiunto complessivo, mentre le Costruzioni contribuiscono per il 6,2%. L’Agricoltura, invece, assume un peso minore rispetto agli altri settori (1,1%), con una incidenza inferiore a quella regionale (2,3%) e nazionale (2,2%).

Nel confronto annuo i settori che registrano un incremento del Valore aggiunto sono l’Agricoltura (+21,7%) e i Servizi (+3,3%); in diminuzione, invece, l’Industria in senso stretto (-3,5%) e le Costruzioni (-2,0%). All’interno del macrosettore dei Servizi l’aggregato che cresce maggiormente è quello relativo ad “attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, tecniche e servizi alle imprese” (+4,6%), seguito da “altri servizi” (+3,1%) e da “commercio, trasporto, alloggio, ristorazione, servizi di informazione e comunicazione” (+2,0%).

Le ultime stime disponibili (anno 2022) riportano un contributo alla creazione di Valore aggiunto da parte della Pubblica Amministrazione del territorio in esame pari all’8,0% (7,4% per l’Emilia-Romagna e 10,6% per l’Italia).
Il Valore aggiunto pro-capite 2024 stimato per la provincia di Rimini risulta pari a 33.084 euro correnti, valore inferiore sia al dato regionale (39.460 euro) ma sostanzialmente in linea con il dato nazionale (33.348 euro). Nel confronto con le altre province, nella classifica decrescente per tale variabile, Rimini si colloca al 39° posto a livello nazionale (su 107 province) e in ottava posizione nel contesto regionale (dopo Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Forlì-Cesena e Ravenna).
Il Valore aggiunto per occupato 2024 (produttività del lavoro) della provincia di Rimini è pari a 73.397 euro correnti, in calo annuo (-4,0%), valore inferiore a quello regionale (86.559 euro) e nazionale (82.147 euro).

Fonte: Unioncamere – Istituto Tagliacarne, ISTAT (Forze di lavoro)

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